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DAI GRAFFITI AL COMPUTER

Breve storia della scrittura

Non c’è un’origine unicadella scrittura, ma essa si sviluppò in maniera indipendente in diverse parti del mondo. Fu intorno al IV millennio a.C.,nell’era paleolitica, che l’uomo cominciò ad affidare alle raffigurazioni sulla pietra, sulle cortecce, sulle tavolette d’argilla o sulle pelli, il racconto delle sue vicende, delle sue attività, dei suoi riti religiosi.

Le migliaia di incisioni rupestri della Valcamonica rappresentano il nostro ‘libro’ più antico che l’Unesco ha salvaguardato come «patrimonio dell’umanità».

 – A… come testa di bue
NASCITA ED EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA

Dapprima furono raffigurazioni pittoriche del mondo reale, poi simboli per rappresentare idee, infine segni, alfabeti, vera e propria scrittura. Così i nostri antenati cominciarono ad affiancare alla parola e alla tradizione orale le prime forme di comunicazione scritta per tramandarci la loro vita ed il loro pensiero.

Scrittura pittografica
Era costituita da disegni stilizzati realizzati dall’uomo per rappresentare in modo realistico le cose e l’ambiente circostante.

Scrittura ideografica
Prevedeva l’utilizzo di simboli per racchiudere idee e concetti e per costruire un ‘racconto’ più articolato.

Scrittura fonetico-alfabetica
Era composta da segni che corrispondevano a suoni del linguaggio verbale. Derivava dalla semplificazione dei disegni ideografici avvenuta ad opera dei Fenici intorno al 1700-1500 a.c. Ogni segno corrispondeva a sillabe e consonanti con le quali comporre gran parte delle parole.

– Un’antica alba romana
NASCITA E DIFFUSIONE DEL NOSTRO ALFABETO

Con l’espandersi dei commerci la scrittura fonetico-alfabetica dei Fenici si diffuse e si perfezionò in tutto il bacino e presso i popoli del Mediterraneo, dai Greci (XII secolo a.C.) che elaborarono un alfabeto per singole lettere, ai Persiani, dagli Indiani fino agli Etruschi.

Furono i Romani (VII secolo a.C.) ad utilizzare un alfabeto di 26 lettere in forma maiuscola (detta «capitale romana») diffuso poi in tutto il dominio dell’Impero e dal quale derivano le lettere che ancora oggi usiamo.

– Prima di chiamarsi carta
MATERIALI E STRUMENTI SCRITTORI

All’inizio, come detto, i primi materiali su cui scrivere furono la pietra, le cortecce, le foglie, le pelli, le tavolette d’argilla o di legno (spesso ricoperte di cera per incidere con lo stilo, un’asticella in legno, avorio o metallo).

Si diffusero poi materiali più pratici e si cominciò ad adottare l’uso di inchiostri per tracciare la scrittura con un bastoncino forato e tagliato obliquamente chiamato calamo.

– Quando scrivere era ‘bello’
STILI DI SCRITTURA E CALLIGRAFIA

L’evoluzione della scrittura latina in Europa continuò per tutto il Medioevo fino all’invenzione della stampa. Seppure fosse sempre riconducibile al carattere e all’alfabeto romano, essa subì diverse interpretazioni nello stile e nella forma, fu ampiamente utilizzata da amanuensi e scribi in manoscritti per diverse funzioni (codici, libri, documenti, lettere), e spesso impreziosita da miniature.

– ‘Lettere’ mai spedite
DISEGNO DELLE LETTERE E DEI CARATTERI

La scrittura manuale andò sempre più acquistando un valore estetico. Nella seconda metà del 1400, con l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili, gli amanuensi cercarono di distinguersi dalle riproduzioni in serie con manoscritti dal forte impatto artistico, a partire dalla cura delle lettere.

La semplice scrittura manuale diventò calligrafia (da kalós = bello e grafia = scrittura). In questo periodo cominciarono a fiorire le pubblicazioni di trattati tecnici di calligrafia che rappresenteranno poi un punto di riferimento per gli incisori dei caratteri tipografici.

I PRIMI METODI DI STAMPA
Fu con l’avvento dell’Umanesimo e la riscoperta della cultura classica e del sapere greco e latino che in ogni parte d’Europa, soprattutto in Italia, sorsero centri di studio per la divulgazione del pensiero antico attraverso le opere ed i codici manoscritti originali.

Per quanto le officine scrittorie e i copisti che trascrivevano i volumi antichi fossero in piena attività, le richieste erano sempre maggiori e si avvertiva la necessità di una produzione più rapida e seriale delle opere. Fu questo l’impulso per la nascita dei primi sistemi di stampa.

Stampa tabellare o xilografia
Metodo introdotto in Europa (XIII sec. d.C.) dalla Cina dov’era praticato già nel VII secolo a.C. specie per la riproduzione di immagini, testi e illustrazioni su tessuti. La matrice di stampa (tabella) era ottenuta da un’assicella di legno sulla quale, con scalpelli e sgorbie, venivano incise le parti stampanti (grafismi). Stampare consisteva nel pressare un foglio direttamente sulla matrice inchiostrata.

Calcografia
Metodo inventato dall’orafo fiorentino Maso Finiguerra nel 1450, molto simile alla xilografia, ma con le parti stampanti in incavo, anziché in rilievo, su di una matrice in rame.

Rispetto al precedente sistema l’incisione risultava più complessa e costosa e non bastava un torchio rudimentale come per la xilografia ma serviva un torchio a cilindro per esercitare, sulla carta, una elevata pressione affinché potesse prelevare l’inchiostro depositato nelle incisioni.

– Johannes Gutenberg
L’INVENZIONE DELLA STAMPA A CARATTERI MOBILI

La rivoluzione della stampa parlò tedesco. Quello dell’orafo Johannes Gutenberg, nato intorno al 1400 a Magonza.

Le biografie lo definirono dedito a «arti e segreti che avevano del meraviglioso» e l’invenzione della stampa a caratteri mobili (attestata intorno al 1452)  fu certamente il suo modello più riuscito (anche se già probabilmente adottata in Cina nel 1041con caratteri in legno).

Gutenberg per finanziare e dar seguito all’invenzione istituì una società con il banchiere Johann Fust e Peter Schöffer. La prima ’bottega della stampa’ con il maestro e i suoi allievi iniziava così il proprio cammino.

Nel 1462 a seguito dell‘assedio di Magonza, molti – per ragioni politiche – dovettero abbandonare la città e la Germania. La loro ’dispersione’ in Europa contribuì alla diffusione della stampa nel continente. Gutenberg ritornò a Magonza dove morì nel 1468.

– Visto si stampi
I GRANDI TIPOGRAFI TRA RINASCIMENTO E SETTECENTO
 
Cinquant’anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili in Europa circolavano già 30.000 titoli per una tiratura superiore ai dodici milioni di volumi. I libri stampati fino al 1500 sono detti incunaboli (dal latino incunabulum, letteralmente «in culla») e contribuirono alla diffusione della cultura e all’alfabetizzazione di massa.

Promotori di questo progresso furono quelli che definiamo ’prototipografi’ che perfezionarono e innovarono il modello di Gutenberg (la sua Bibbia in latino stampata tra il 1452 e il 1455 è l’incunabolo più antico).

– Giambattista Bodoni
LA NOBILE ARTE DELLA TIPOGRAFIA ITALIANA

Giambattista Bodoni (1740-1813), a lui, al suo genio e alla sua arte dobbiamo il merito di aver risollevato, sul finire del Settecento, le sorti della tipografia italiana oramai in decadimento. Le moli di lavoro e i ritmi sempre più serrati avevano ormai da tempo penalizzato la qualità delle pubblicazioni.

Incisore fin dall’infanzia, lavorò in gioventù nella tipografia del padre a Saluzzo (Cuneo), fu maestro punzonista e nel 1767 cominciò a fondere i suoi primi caratteri. Fu chiamato a Parma per aprire una stamperia Reale che potesse competere con quelle di Parigi, Madrid e Torino.

Qui disegnò ed incise i caratteri per le sue stampe, pubblicò un Saggio Tipografico di Fregi e Maiuscole (1771) e nel 1788 diede alle stampe il Manuale Tipografico nel quale furono ospitati i disegni di centinaia di caratteri diversi e dove si può ancor oggi ammirare l’arte compositiva di Bodoni.

– Tempi moderni
UNITÀ PER LA COMPOSIZIONE MECCANICA

È con il fiorire dei primi giornali (nel 1660 è dato alle stampe a Lipsia il Leipziger Zeitung e in Italia, 100 anni dopo, La Gazzetta del Veneto) che il mercato cominciò a richiedere una maggior automazione nella composizione e una maggior velocità di stampa.

La rivoluzione industriale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo contribuì a perfezionarne i sistemi e ad apportare significative novità.

Linotype.
Inventata da Ottmar Mergenthaler nel 1886, questa superba creazione, era un insieme di numerosi ed armonici congegni meccanici ben orchestrati. Era munita di una tastiera, formata da 91 tasti, con i quali poter eseguire la composizione meccanica dei testi. Non si componevano caratteri bensì matrici tipografiche. Con una successiva colata di piombo se ne ricavava una riga con le lettere in rilievo.

Monotype
Questo sistema di composizione meccanica, brevettato da Tolbert Landson nel 1887, era costituito da due distinte unità. Una tastiera per comporre il testo che veniva codificato attraverso una combinazione di fori su un nastro di carta. L’altra unità, azionata dal nastro perforato, fondeva i singoli caratteri tipografici e automaticamente li componeva riga dopo riga.

– E la luce fu
DATTILO, FOTOCOMPOSIZIONE, COMPUTER

Il XX secolo, per la composizione dei testi e per la stampa, segnò ancora una volta una radicale trasformazione. Nella stampa, il sistema offset (erede diretto di quello litografico) che per costruire la propria matrice di stampa utilizza una serie di processi fotomeccanici, prende via via il sopravvento sulla stampa tipografica.

Nella composizione, il carattere di piombo sino allora, protagonista indiscusso, cede il passo ad un nuovo sistema totalmente fotografico.

Dattilocomposizione
Sistema di composizione derivato da quello della comune macchina da scrivere. Il testo battuto direttamente su carta veniva poi successivamente fotografato. La pellicola ottenuta e assemblata con quella delle immagini era poi utilizzata per ricavare una matrice di stampa offset.

Fotocomposizione
Metodo introdotto sul finire degli anni Sessanta. La composizione di un testo era fotoesposto direttamente su pellicola o su carta fotografica utilizzando un fascio di luce modellato attraverso matrici recanti il disegno delle lettere.

Dopo il normale processo di sviluppo fotografico la pellicola unita a quella delle immagini veniva utilizzata per ottenere una matrice di stampa offset.

Computer
Dagli anni Ottanta con l’avvento dei primi computer grafici e dei loro software le fasi di prestampa (progettazione, composizione, scansione e inserimento di immagini) si possono unire e gestire su un’unica postazione.

Dal file preparato è possibile gestire l’esposizione di materiale sensibile (pellicole fotografiche), realizzare matrici di stampa (lastre offset), o stampare direttamente su carta o su altri supporti (stampa digitale).

– Impronte digitali
EVOLUZIONE DELLE MACCHINE DA STAMPA

La storia della stampa passò attraverso un torchio, quello che Gutenberg perfezionò sul modello di quello da vino che i romani introdussero in Renania un millennio prima. Il suo principio, di abbassamento del piano di pressione, venne usato senza sostanziali miglioramenti per quasi quattro secoli. Con l’avvento della rivoluzione industriale dell’Ottocento anche nel mondo tipografico accresce la domanda di qualità e di rapidità delle tirature.

L’evoluzione delle macchine da stampa passerà dal torchio alla platina, dalla piano cilindrica alla rotativa, dalla stampa su foglio alla stampa su bobina. Dal sistema tipografico e litografico a quello offset. Dal sistema serigrafico a quello rotocalcografico… al sistema digitale.